Antix-M8, boot da pendrive USB o da immagine ISO

antix-logo

Il rilascio di Debian 5.0 di ieri ha inondato le pagine di molti siti, e le attese di molti fans, compreso me, sono state esaudite. Già da tempo chi aggiornava dai repo ufficiali intravedeva la versione matura di Debian e nei prossimi giorni potremo capirne di più.

Debian GNU/Linux è definito il sistema operativo universale, credo per il fatto che sia installabile su moltissime piattaforme. Decine sono le distro derivate, come Ubuntu, Knoppix, Sidux, Xandros, Mepis.

Un giorno prima di Lenny ha visto la luce anche antiX-M8 costola leggera di Mepis 8,  rilasciata con il nome “antiX MEPIS 8 Intifada“, che secondo gli autori è adatta per computers obsoleti e con poca RAM,

AntiX is designed to work on computers with as little as 64 MB RAM and Pentium II or equivalent AMD processors, but not K5/K6 processors. 128 MB RAM is recommended minimum.

Le note di rilascio e l’annuncio sono qui:

http://antix.mepis.com/index.php/Main_Page#News

http://www.mepis.org/node/14212

Morgantown, WV, US and Thessaloniki, Greece, Feb 12, 2009 — The antiX-team is proud to announce that antiX MEPIS 8 ‘Intifada’ – a fast and light complete desktop and livecd based

on SimplyMEPIS and Debian Testing, with a little bit of sidux,- is now available at mepis mirrors in the released/antix directories in full and base editions.

This release defaults to a fully customised icewm desktop (fluxbox is also installed) In addition to the SimplyMEPIS 8.0 foundation with its 2.6.27-15 kernel and Assistants, antiX has an improved

antiX-Control Centre, new scripts for screenshots, and phonebook. There are improved and extended themes and artwork for icewm and fluxbox. Localisation is much improved in this version.

Download della versione full: antiX-M8.iso

Una delle cose da considerare è che questa è una distro Debian con alcuni repository aggiunti, per permettere comunque una release camaleontica e scalabile. Di serie monta icewm e fluxbox come WM, ma una volta installata è possibile integrarla con qualunque cosa venga da madre Debian 😉

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Installazione di Debian Lenny su pendrive persistente (partendo da zero)

Alcuni giorni fa, vi avevo anticipato che stavo provando una distribuzione debian su pendrive:

Sto riprendendo un lavoro pensato tempo fa, trattato in parte nel blog, che riguarda la creazione di piccole ISO o distro USB basate su debian e ubuntu, dedicate al file recovery, oppure usate come base per personalizzare le distro.
In questo post già accennavo come VirtualBox può essere utile per lavorare sia sulle immagini ISO in “collaborazione” con UCK e sia con distro costruite con debootstrap e chroot.

Ho provato in effetti diversi metodi e pendrive, cercando di salvare il contenuto su disco per poter replicare, partendo dal file unico compresso, il sistema debian. La scelta di creare l’archivio compresso è caduta su cpio con bzip2, abbandonando partimage perché per il ripristino necessita di una partizione e non è possibile lavorare in una directory. Uno dei documenti che ho letto è CPIO How-To

Questo post è scritto completamente da pendrive 🙂

debianusb1debianusb2

debianusb3debianusb41

La procedura di installazione di debian lenny inizia con lo scaricare Debian base in una directory, cosi come trattato in questo altro post.

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Ubuntu 8.10 intrepid su pendrive, adesso è più semplice e veloce (e persistente)

Diverse volte ho scritto di distribuzioni installate su USB, quasi sempre in modo manuale, aggiustando, nel caso di Ubuntu,  i puntatori alla directory casper e ai files vmlinuz e initrd.gz.

A essere sincero questa volta non ho rincorso l’uscita di Intrepid, avendo da tempo optato per Debian come sistema principale, ma ho due o tre installazioni di Hardy che uso per sviluppo e che penso di tenere ancora per molto tempo, solo un portatile è stato aggiornato a Intrepid.

Mi ha incuriosito però l’utility in python usb-creator che permette di creare una pendrive avviabile e persistente in pochissimo tempo, senza configurare nulla (o quasi).

Questa si trova in “Amministrazione” -> “Create a USB startup disk”

Basta selezionare l’immagine ISO di Intrepid Desktop e inserire la pendrive, scegliendo la dimensione per il nostro file dati (casper-rw). In pratica sto scrivendo da Usb e non me ne accorgo quasi. Il boot in è un po’ lento, ma aspettare tre minuti per vedere le modifiche già effettuate riapparire sulla pennetta, ne vale la pena.
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Installare Debian da USB


A volte potrebbe essere necessario effettuare l’installazione di un sistema Debian e derivate, utilizzando un sistema diverso dal CD/DVD, e su questo si trovano vari modi a secondo dell’esigenza e del momento. Se il sistema dove dobbiamo effettuare l’installazione è in una rete abbastanza veloce, è noto che è possibile usare delle immagini ISO piccole (netinst) che effettuano il boot e il successivo riconoscimento della rete e quindi dei mirrors per l’installazione completa.

Un metodo veloce e che offre caratteristiche di estrema versatilità è quello di preparare una pendrive USB con il kernel (vmlinuz) e il file initrd (initrd.gz), mentre per poter effettuare il boot vero e proprio si può usare grub o syslinux su FAT o ancora extlinux su ext3. Prendendo spunto da vari documenti in rete come questo e

# UPDATE questo, (RIMOSSO PER SPAM SUL WIKI) #

ho preparato un sistema che in pochi minuti permette di installare Debian da USB, utilizzando una immagine ISO che potrebbe essere il nuovo installer debian-LennyBeta2-i386-netinst.iso oppure, spazio permettendo, il DVD di debian.

Il sistema che effettua il boot da USB riconosce l’immagine ISO, così se la rete è veloce (possibilmente cablata, il wifi non è contemplato, salvo interventi a “manina”)  in meno di mezz’ora abbiamo la nostra Debian fiammante 😉

Di fatto abbiamo bisogno solo dei files vmlinuz, initrd.gz, syslinux configurato ad hoc e il file ISO di Debian, oppure in  modo più semplice possiamo scaricare un’immagine disco (hd-media) da un mirror, esempio da:
ftp://ftp.debian.org/debian/dists/lenny/main/installer-i386/current/images/hd-media/

Nome Dimensione Ultima modifica
boot.img.gz 18917 KB 22/05/2008 19:45:00
gtk 23/05/2008 08:46:00
initrd.gz 4888 KB 22/05/2008 19:44:00
vmlinuz 1413 KB 22/05/2008 19:44:00

Possiamo usare zcat per copiare in modo grezzo boot.img.gz perdendo (!) però il contenuto della penna (sconsigliato!) oppure estrarre il contenuto di boot.img.gz e copiarlo sulla pendrive formattata FAT16 con partizione attiva.

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F-Secure Rescue CD 3.00 antivirus portatile, Knoppix con boot da CD/USB


Leggendo su DistroWatch.com News di questa settimana, ho intravisto una nuova release di un minicd, basata su Knoppix, con l’antivirus F-secure e che permette la scansione di partizioni e dischi, individuando i files infetti per altri sistemi operativi (sapete a quali sistemi mi sto riferendo) e rinominandoli con una estensione “.virus“, senza quindi cancellarli, ma evitando almeno di mandarli in esecuzione al successivo avvio dell’altro 😀 sistema.

F-Secure Rescue CD. F-Secure Rescue CD is a Linux live CD whose sole purpose is to scan files on FAT and NTFS partitions for presence of viruses and malware.

Il download dell’immagine ISO zippata è possibile da qui, e una volta scompattata, può essere masterizzata o trasferita su una pendrive USB, rendendo quest’ultima avviabile con syslinux.

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Installare Debian/Ubuntu su USB, VirtualBox ci aiuta


Il motivo per cui scrivo questo post è perché sono stato mosso dalla lentezza del mio Ubuntu che sul portatile era diventata ormai improponibile, per cui prima di rasare a zero ho voluto vedere come si comportano debian e ubuntu sul mio hardware (Pentium M processor 1.86GHz, 1Gb RAM, video Intel i810).

Ho iniziato a usare le versioni livecd di debian e ubuntu e due pendrive con installate ubuntu e debian minimali, e via via che provavo ho concentrato l’attenzione più su come si riduce e si installa il software su USB che sulle prestazioni e il riconoscimento hardware..

Vista la scomodità di riavviare ogni volta per provare l’avvio da USB, ho usato VirtualBox, puntando al disco vmdk ricavato con VBoxManage sia delle pendrive che di un disco esterno USB.

In questi giorni ho considerato tra l’altro che esistono vari modi di installare su USB (argomento più volte trattato su questo blog). Per esempio le versioni di Ubuntu/Debian usano un file compresso (casper/live) con squashfs che, copiato su partizione FAT e aggiustando opportunamente syslinux.cfg, effettua il boot “decomprimendo” e comportandosi allo stesso modo di un LiveCD. I cambiamenti, secondo il livecd usato, possono essere mantenuti con l’opzione “persistent”.

E chiaro che è una soluzione comoda, veloce, ma di negativo ci sono le prestazioni, visto che oltre alla lentezza dell’USB c’è anche la decompressione di 700MB che diventano 2GB.

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Installazione di VirtualBox OSE svn (1.5.51) su Ubuntu Hardy 8.04


vboxsrc05

La versione opensource di VirtualBox, Open Source Edition (OSE) Source code, può essere installata sia partendo dal tarball, rilasciato con lo stesso numero di release di quella distribuita (VirtualBox-1.5.6-2_OSE.tar.bz2), che partendo dall’albero di sviluppo svn (Subversion command line client tool).

I motivi per compilare la versione SVN possono essere diversi, partendo dalla scelta di provare nuove funzionalità introdotte per arrivare alla correzione dei bugs delle versioni rilasciate pacchettizzate, rinunciando però a funzionalità peculiari della versiona PUEL (esempio: USB).

Sul sito di VirtualBox è abbastanza chiara la procedura per la compilazione e questa non vuole essere una guida, ma una cronistoria di quanto fatto (e provato) negli ultimi giorni da me.

Il suddetto albero è visibile su http://virtualbox.org/browser/trunk, mentre le ultime modifiche sono evidenziate su http://virtualbox.org/timeline.

La prima cosa da fare (CONSIGLIATA), se vogliamo tornare al punto di partenza (E’ POSSIBILE FAR COESISTERE LE DUE VERSIONI), è quella di copiare l’albero .VirtualBox/Machines e il file ./VirtualBox/VirtualBox.xml in luogo sicuro, perché verranno modificati tutti i files XML per allinearli alla versione 1.3 (rispetto alla 1.2). Le prime righe del file xml della macchina (nuova versione) sono infatti:

<?xml version="1.0"?>
<!-- Automatically converted from version '1.3.pre-linux' -->
<!-- Automatically converted from version '1.2-linux' -->
<!-- innotek VirtualBox Machine Configuration -->
<VirtualBox xmlns="http://www.innotek.de/VirtualBox-settings" version="1.3-linux">

(sperando che wordpress mantenga il codice xml)

Mentre non è necessario copiare i dischi immagine VDI.

vboxsrc03
Le librerie necessarie per la compilazione vengono riportate nella pagina delle istruzioni per linux, anche se non mi è chiaro a cosa si riferisce la versione “for VBox version >= 1.6:”
Per quanto mi riguarda ho installato oltre a quelle consigliate anche libqt4-dev:

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Slax 6.0 rilasciata, anche in italiano

Slax 6.0 multilingua
Slax Logo

L’annuncio sul blog di slax è stato atteso per giorni e le centinaia di commenti sull’uscita di slax 6, prevista per la scorsa settimana, dimostrano l’interesse di un nutrito popolo verso questa minidistro, potente e versatile.

Questa è una parte dell’annuncio ufficiale, mentre i link per i download li trovate in fondo, a breve una recensione su USB e su hard disk:

Slax 6 is released

February 12th, 2008 So, it’s released. I have to setup the website in order to make it usable, a lot of documentation have to be written, the Build Slax feature have to be tested, but everything seems so far so good. Please be kind to the server and download Slax 6 now only if you really need it. If you don’t, please wait few hours or days, or try a mirror (it will take some time to be updated, entire Slax 6 release is over 10GB of data, because all international versions are prepared for you as well)

Il download si può effettuare sia per il file .ISO che per il file .tar

ftp://ftp.slax.org/SLAX-6.x/slax-6.0.0.iso
ftp://ftp.slax.org/SLAX-6.x/slax-6.0.0.tar

Per il pacchetto in italiano i links sono:

ftp://ftp.slax.org/SLAX-6.x/multi-language/slax-italian-6.0.0.iso
ftp://ftp.slax.org/SLAX-6.x/multi-language/slax-italian-6.0.0.tar


Slax 6.0Slax 6.0 -2-

Buon slaxing a tutti 😉

Uso dei dischi fisici in VirtualBox e VMware


Nella configurazione di un ambiente virtuale i dischi vengono configurati solitamente in modalità dinamica per evitare di usare spazio inutilmente, anche se in questo modo il file vmdk o vdi cresce con l’uso della macchina, riducendo così le prestazioni, ma anche per il fatto di gestire su server diversi le macchine.

Quando lo spazio viene assegnato invece staticamente, c’è un aumento delle prestazioni, ma il file assume dimensioni maggiori. Esiste però la possibilità di adoperare partizioni o dischi fisici, anche esterni, sia in VMware che in VirtualBox, ma in questo caso è relativo a un singolo server oppure a un disco esterno che viene spostato da un posto all’altro. E’ chiaro che la scrittura/lettura in una partizione fisica rende il sistema più fluido e efficace.

Possiamo per esempio collegare un hard disk esterno e avere il nostro sistema virtuale trasportabile. Nell’esempio che segue è stata fatta una installazione vera di Ubuntu (daily: 23.09.2007) su Hard Disk USB e successiva virtualizzazione in VirtualBox e VMware.

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