Linux Day 2007 a Roma, “the day after”

Ieri a Roma, Università di Tor Vergata ha avuto luogo il LinuxDay 2007, evento importantissimo della comunità Linux, e che si è svolto in contemporanea in più di 100 città italiane. La manifestazione romana è stata curata da tre LUG (Torlug, Lslug, Sabazialug) e ha visto la partecipazione di 500-:-600 persone che hanno seguito i 22 talk della giornata.

I dettagli e il programma dell’evento sono su: http://www.linuxdayroma.org e su http://www.torlug.org, dove troverete tra pochi giorni le slides, le foto e i filmati di alcuni momenti della manifestazione.

La mia impressione è stata come al solito positiva, entusiasmante e gratificante per diversi motivi, tra cui vedere le aule quasi sempre affollate e l’interessamento delle platee ai vari interventi che si sono susseguiti.

Il programma dell’evento comprendeva argomenti di sicurezza, networking, informatica nella pubblica amministrazione, sviluppo, sistemi e virtualizzazione.

Il mio contributo è stato sull’argomento della virtualizzazione e in particolare sulla gestione delle macchine virtuali con VMware server, dove, abbastanza emozionato, ho cercato di spiegare alcune parti della virtualizzazione e sue applicazioni.

Sono contento, tra l’altro di aver incontrato vecchi amici e di aver conosciuto volti e personalità nuove, quindi un saluto a tutti e un arrivederci all’anno prossimo.

Ciao,

Antonio.

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Uso dei dischi fisici in VirtualBox e VMware


Nella configurazione di un ambiente virtuale i dischi vengono configurati solitamente in modalità dinamica per evitare di usare spazio inutilmente, anche se in questo modo il file vmdk o vdi cresce con l’uso della macchina, riducendo così le prestazioni, ma anche per il fatto di gestire su server diversi le macchine.

Quando lo spazio viene assegnato invece staticamente, c’è un aumento delle prestazioni, ma il file assume dimensioni maggiori. Esiste però la possibilità di adoperare partizioni o dischi fisici, anche esterni, sia in VMware che in VirtualBox, ma in questo caso è relativo a un singolo server oppure a un disco esterno che viene spostato da un posto all’altro. E’ chiaro che la scrittura/lettura in una partizione fisica rende il sistema più fluido e efficace.

Possiamo per esempio collegare un hard disk esterno e avere il nostro sistema virtuale trasportabile. Nell’esempio che segue è stata fatta una installazione vera di Ubuntu (daily: 23.09.2007) su Hard Disk USB e successiva virtualizzazione in VirtualBox e VMware.

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VMware Server 1.0.4 build 56528, installazione/aggiornamento.


VMware Server 1.0.4 è una fix release che risolve diversi bug, sia nell’ambito delle vulnerabilità che in quello della sicurezza, nonché nel funzionamento. La build porta il numero 56528 ed è stata rilasciata il 18 settembre.

Questo è l’elenco dei problemi risolti in VMware Server 1.0.4

vmare-server e vmware-mui (console di monitoraggio) si scaricano da:

VMware-server-1.0.4-56528.tar.gz

VMware-mui-1.0.4-56528.tar.gz

Per una nuova installazione è necessario registrarsi per ottenere uno o più numeri seriali.

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VMware rilascia sotto licenza LGPL “open-vm-tools”

L’annuncio del rilascio da parte di VMware dei tools è stato dato al VMworld 2007. Il pacchetto open-vm-tools-2007.09.04-56574.tar.gz è scaricabile da sourceforge.

Sulla pagina delle FAQ è riportato:

 

– What is this about?

VMware is announcing the release of large portions of VMware Tools for Linux, Solaris and FreeBSD guests under GPL and GPL-compatible licenses. VMware is also announcing the creation of the Open Virtual Machine Tools (“open-vm-tools”) project on Sourceforge.net. This will become the home for ongoing development.

– What is being released?

All of the non-experimental kernel modules and user level applications that have been developed solely by VMware are being released. Certain experimental drivers are planned for future release. VMware will encourage 3rd parties to release their contributions under the GPL.

– Can you provide more details on the actual code being released?

Questo invece è l’estratto dell’annuncio:

VMware, Inc., the virtualization leader, today at VMworld 2007 announced that it has released a majority of VMware Tools as open source software as part of the project Open Virtual Machine Tools. VMware Tools is a set of guest operating system virtualization components that enhance performance and improve management of VMware virtual machines.

SAN FRANCISCO, Sept. 11 /PRNewswire-FirstCall/ — VMware, Inc., the virtualization leader, today at VMworld 2007 announced that it has released a majority of VMware Tools as open source software as part of the project Open Virtual Machine Tools. VMware Tools is a set of guest operating system virtualization components that enhance performance and improve management of VMware virtual machines. Open Virtual Machine Tools (open-vm-tools) is hosted at http://open-vm-tools.sourceforge.net, and the source code is available today to enable Linux vendors to integrate open-sourced VMware Tools into upcoming versions of their operating systems.

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[SMS] Slack Mini Server basato su Slackware 12: LiveCD e Native Installation CD

Per poter avere un ambiente dove testare le applicazioni e il networking si ricorre sempre più spesso a sistemi virtuali che mettano a disposizione servizi e applicativi di rete. La versione di S-M-S Slack Mini Server, scovata per caso e che forse molti di voi già conoscono mi ha colpito per la sua semplicità e immediatezza nel mettere a disposizione di una serie di servizi pronti, sia nella versione light (liveCD 220 MB) che nella versione nativa che va invece installata su hard disk.

La macchina virtuale creata in VMware usando il LiveCD mi è servita per vedere di cosa si trattasse, decidendo in poco tempo di passare alla versione full (490 MB) per avere un sistema anche grafico con kde (si lo so… che sui server non si dovrebbe).

La versione LiveCD (utente root, password toor) ha anche un installer testuale (sms-text-installer) che copia il contenuto del cd sulla partizione dedicata e installa lilo, mentre la versione full segue i canoni classici dell’installazione slackware, si entra come root e si digita setup.

Il download si può effettuare da:

S-M-S version 1.1 (23/08/2007)

SMS.Native.CD version 1.1 (24/08/2007)

Le caratteristiche del software installato sono:

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VMWare Appliances: distro disponibili per la virtualizzazione

Ci sono siti che mettono a disposizione, spesso come file compressi (zip, rar, 7-zip), diverse immagini VMware pronte per essere testate e usate sia a scopo didattico che lavorativo. Il più fornito è naturalmente il sito di VMware, ma anche su bagside (bagvapp) troviamo molte di queste immagini in formato .7z (7-zip). Io ho provato 64studio, wolvix rc2 (qualche piccolo problema che ho segnalato all’autore) e naturalmente xubuntu:

Virtual machines enables you to run a ‘computer’ inside your computer.

To make this work you need to build appliances which works within the vitual machine. This can be done by anyone who has a little bit of knowledge of computers in general, the documentation for each virtual machine and above all time and patience.

Run Linux distros without the hassle of a DUAL BOOT setup or running from a slow LiveCD.

The following distros are available for download:

Wolvix Cub 1.1.0 RC2 – Linux Mint Cassandra – elive 0.6.7 – Yoper 3RC1 – Sidux 2007-2 – Mandriva One Spring 2007 – 64 Studio 2.0 – Gentoo 2007.0 – Vector Linux 5.8 SOHO Final – Zenwalk 4.6 – Zenserver 0.5 – Karoshi (Server) 5.1.3 – Fedora 7 (bagside edition) – WBEL4 Respin2 – Server (RHEL4 Core) – DreamLinux 2.2 MMGL – pclos2007 Business Edition RC2 Server Basic – Xubuntu 7.10 Tribe 2 – Slackware 12 Full – AntiX Spartacus – Frugalware 0.7pre2 – Debian Lenny – Testing

Per scompattare il file compresso occorre installare p7zip (scelto dall’autore per l’elevato grado di compressione) con

$ sudo apt-get install p7zip

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Slax 6 RC5, test in VirtualBox e VMware Server su Ubuntu

slax

E’ stata rilasciata da poco Slax 6 RC5, mini distro, allineata con slackware e nota per la potenza e versatilità dovuta anche anche alla notevole quantità di moduli che Tomas & C mettono a disposizione. Essendo piccola e potente si presta anche a essere usata per test di virtualizzazione, nel mio caso su Ubuntu, e infine, ma non ultimo, come vero e proprio sistema di lavoro.

Ubuntu Logo

L’installazione di vmware-server e virtualbox su Ubuntu è stata trattata diverse volte da vari bloggers e siti, della serie c’ero anch’io 🙂 riporto quindi solo le modifiche da apportare al file /etc/apt/sources.list per poter accedere ai repositories dei due pacchetti di virtualizzazione:

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UCK Ubuntu Customization Kit: personalizzare l’ISO di Ubuntu.

Durante l’installazione di Ubuntu dovrebbe esserci la possibilità di scegliere i pacchetti per evitare di trovarsi, nel caso volessimo limitare la grandezza finale, cose enormi tipo openoffice o tonnellate di font asiatici che non useremo mai.

Nel mio caso serviva un’installazione contenuta nei 2GB per poter usare la pendrive che ho come liveUSB ext3, in modalità quindi persistente. La scelta, dopo aver letto questo post e quest’altro del Mitico, è caduta su UCK, un tool per personalizzare l’ISO di ubuntu, kubuntu e xubuntu.

E’ possibile, una volta selezionata l’ISO ufficiale, nel mio caso ubuntu-7.04-desktop-i386.iso, scegliere quali pacchetti verranno compresi nel CD finale da masterizzare. Sarà quindi  possibile installare successivamente SOLO ciò che abbiamo scelto durante la personalizzazione.

L’operazione sicuramente non è l’unico modo per raggiungere l’obiettivo ed è anche abbastanza lunga (estrazione e ricostruzione del file casper/filesystem.squashfs) e laboriosa, ma ne vale la pena, anche per poter preparare ISO personalizzate con loghi e quanto altro ci fa comodo.

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Ubuntu repository: VMware server available for Ubuntu. Installazione su Feisty 7.04

Dopo aver appreso dal buon mindo (che ringrazio) la notizia dell’introduzione di Vmware Server nei repository di Ubuntu che mi segnalava questo post: Vmware Server arriva nei repository Ubuntu che rimanda al wiki di ubuntu ho disinstallato vmware server Version: 1.0.3 Build 44356 pur sapendo che la versione “ubuntizzata” è meno recente.

VMware server available for Ubuntu

VMware server has been added to Canonical’s commercial software repository as of a few days ago. In order to try it out, add the commercial repostiory through Add/Remove Programs and search for VMware. For the more exact, the package name is vmware-server.

Per pulire tutto ho anche rimosso /etc/vmware e /usr/lib/vmware, conservando solo il serial number contenuto nel file /etc/vmware/license.vs.1.x.xx.

Di seguito la procedura che ho usato:

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Web-appliance “self-made” con Ubuntu Server e VMware server

Spesso per poter mettere in pratica lo sviluppo di siti o applicativi web si ricorre a sistemi virtuali visto che la loro maggiore caratteristica è la facilità di replica e manutenzione. Per poter disporre di un server di base sempre pronto possiamo costruirci la nostra appliance in casa usando le versioni server di Ubuntu 7.04 e VMware 1.0.2. L’installazione di un server LAMP si effettua in pochi minuti, così potremo avere un prodotto da “scongelare” ogni volta che dovesse essere utile.

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VMware e Debian 4.0 Etch: appliance pronta in un minuto

Appena uscita e già è sotto i riflettori: la Debian Etch è presente come appliance sul sito di vmware, in un formato zip che decompresso, mette a disposizione un ambiente già configurato Debian Etch (netinstall) sicuramente utile per applicazioni server oppure per studio e/o curiosità.

L’autore sostiene su questo link che in 1 minuto avremo Debian 4.0 Etch, ma forse si riferisce al boot del sistema bello e pronto 😉

Questo post mira in primo luogo a indicare qualche soluzione in più per VMware Server piuttosto che descrivere l’uso dell’appliance, poiché a me mi piace di più partire dall’immagine ISO e installare quello che voglio.

Il file che è disponibile su http://www.thoughtpolice.co.uk/vmware/#debian4.0 è disponibile solo come torrent, quindi niente link diretti e visto che occupa solo 300MB si poteva fare lo sforzo di pubblicarlo in FTP/HTTP. Scaricate quindi questo torrent e datelo in pasto a azureus o deluge-torrent.

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Da VMware a Virtualbox: virtuale open source è meglio

Da tempo cercavo un modo di utilizzare le macchine virtuali VMware già esistenti trasferendole nell’ambiente virtuale open source VirtualBox. Forse esistono modi più semplici, ma al momento non ne trovo…
“Googlando” mi hanno colpito in particolare questi 2 articoli, che trattavano in modo differente il problema, con scopi diversi dal mio:

http://www.virtualizationdaily.com
http://www.happyassassin.net

Il disco della macchina virtuale vmdk viene convertito utilizzando qemu-img (contenuto nel pacchetto qemu) in un’immagine di tipo raw e successivamente con vditool nel formato vdi di VirtualBox. Per non appesantire molto il test ho usato un’installazione di MCNLive su disco virtuale scsi da 8Gb.

IMPORTANTE: Le conversioni con qemu-img e vditool portano la macchina (almeno il mio portatile) a carichi elevati di CPU e I/O.

In breve ecco la procedura che ho usato:

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VMware Server: installazione su Ubuntu Feisty Herd 5

Utilizzare la coppia UbuntuVmware server è una scelta sempre più frequente in ambienti di virtualizzazione dovuta sia alla relativa semplicità di implementazione e di gestione e sia per facilità di monitoraggio e di clonazione di sistemi di produzione e di sviluppo. Tra l’altro vi è una discreta disponibilità di macchine virtuali pronte all’uso (immagini vmware) che permettono di avere in poco tempo sistemi complessi a portata di click.

E’ stata rilasciata da poco la nuova versione di Vmware Server (1.0.2-39867) che risolve diversi bug, come si legge nelle release notes. Il download del server e della console può essere effettuato da da qui:

VMware Server for Linux
Management Interface
VMware Server Linux client package

Durante l’installazione, in presenza di versioni recentissime di kernel, potremo incontrare alcuni problemi (a dire il vero c’erano anche prima) che potranno essere risolti abbastanza facilmente. Si tratta di installare sul proprio sistema il compilatore, i sorgenti del kernel in uso, o i relativi headers, e le giuste librerie. Leggi il resto dell’articolo

Kubuntu Feisty Fawn Herd 4 su Vmware Server (test ISO)

Utilizzando l’immagine ISO di Kubuntu Feisty Fawn Herd 4 scaricata da qui (697MB), ho testato l’installazione in ambiente virtuale su VMware Server. Nella macchina virtuale ho usato l’ISO al posto del CD, scegliendo l’installazione desktop, proprio per vedere se l’installazione “Click’and go” comporta problemi, visto che si tratta di una versione alpha.

Alla macchina virtuale sono stati assegnati 512 MB di RAM, un disco SCSI da 8 GB, mentre la rete è stata impostata NAT. L’installazione è andata liscia tranne quando ho scelto di partizionare il disco con il tool qtparted (di solito uso fdisk), dopo qualche capriccio ho potuto assegnare una partizione di swap da 1GB e 7 Gb per il filesystem ext3. Le impressioni sono tuttavia ottime, il sistema risultante è pienamente utilizzabile quasi alla pari di uno reale.

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Slax 6 Live CD (pre6)

Slax è una piccola e potente distribuzione che uso da tempo per vari motivi, che vanno dal recupero dati su vari filesystem, alla navigazione con il LiveCD e non ultimo l’uso da pendrive.

In questa release è stato migliorato l’utilizzo dei moduli (estensioni che si possono aggiungere al sistema live) attraverso il comando uselivemod e anche se siamo in presenza di una versione non definitiva, una beta Linux è sempre Vista bene ;).

Possiamo già apprezzare il lavoro svolto e usare slax, sia da Cd che da pendrive, aspettando che maturi la gestione di alcuni moduli.

Lo sviluppo di questa versione 6 può essere seguito sul forum di slax.org.

Tra le caratteristiche troviamo:

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